Perchè abbiamo venduto le nostre Canon 5D mk IV per passare a Fuji
Canon 5D mk IV vs Fuji XT2
PREMESSA
Moltissime volte negli ultimi anni ci sono state fatte domande sull’attrezzatura che utilizziamo, sul perchè di una nostra scelta tecnica oppure consigli su macchine fotografiche ed obiettivi.
Ci è sembrata la soluzione migliore racchiudere in una sezione del blog “specialistica” tutti quegli argomenti che altrimenti rischierebbero di non trovare il giusto spazio.
LA DOMANDA PIÙ SENTITA DEL 2017
Una delle domande a cui avremmo sempre voluto rispondere in modo più completo ed esaustivo era sul perchè stavamo utilizzando nel corso dell’ultima stagione, oltre alle nostre reflex Canon, delle mirrorless Fuji.
La risposta merita un articolo apposito, questo articolo.
DICEMBRE 2016 (ritorniamo indietro nel tempo)
A dicembre 2016 avevamo comprato due Canon 5d Mark 4 per rimpiazzare le nostre “vecchie” 5d Mark 3 che, nonostante il funzionamento perfetto, cominciavano ad avere un numero di scatti troppo alto per farci lavorare senza pensieri.
In questo modo avremmo “pensionato” definitivamente le 5d Mark 2 che restavano nelle borse come corpi di backup durante i servizi, e questo posto d’onore sarebbe diventato delle 5d 3.
La 5d4 aveva inoltre diverse caratteristiche che ci avrebbero reso un pò più semplice la successiva stagione come un autofocus migliorato ed un sensore con una gamma dinamica più estesa ed ISO utilizzabili senza nessun problema fino a 12800 (sulla Mark3 ci fermavamo se possibile a 6400). Per fotografi come noi che scattano al 99% con luce ambiente è una differenza non da poco.
I primi test che ho fatto (chi mi conosce bene sa che faccio MOOOLTI test prima di utilizzare in ambito lavorativo qualcosa) confermavano le premesse, soprattutto quelle legate alla qualità d’immagine.
Il nuovo sensore permetteva di scattare fino a 10000/12800 iso senza doversi sorprendere del valore utilizzato, con una grana molto fine e dei colori migliori rispetto ai vecchi modelli, richiedendo così un dispendio di tempo minore nella fase di postproduzione.
Il valore massimo di ISO 32000 (trentaduemila!), con scatti ben esposti era più che utilizzabile in situazioni “d’emergenza”.
Se ad alte sensibilità il sensore era migliorato, a bassi iso brillava davvero. La gamma dinamica era notevolmente più estesa e permetteva di poter recuperare le ombre in post come mai era stato possibile prima su corpi Canon.
I colori leggermente diversi ed una grana più controllata donavano all’immagine un aspetto più organico e piacevole.
Il corpo restava sostanzialmente lo stesso a livello di forma e dimensioni, ma con un peso minore di circa 100 grammi e con l’aggiunta di un tasto personalizzabile. La scelta di utilizzare sempre le stesse batterie che utilizzavamo sui due precedenti modelli ci piaceva molto.
Tutto positivo? Quasi.
I difetti principali che abbiamo trovato erano una durata minore delle batterie (dovuta al processore più potente) ed un autofocus che seppur migliorato in velocità e precisione non lo era quanto avevo sperato.
Il prezzo inoltre era alto considerando cosa proponevano le case concorrenti su modelli paragonabili.
Da quando abbiamo aperto l’attività e lungo tutti questi anni abbiamo sempre utilizzato attrezzatura Canon, quindi la 5d4 era la naturale evoluzione e l’unica soluzione adottabile per continuare ad usare tutti i nostri obiettivi e non stravolgere le nostre abitudini, soprattutto in termini di workflow ed ingombro del corredo.
Ok, ma le Fuji?
Ci arrivo, ci arrivo.
MARZO 2017 – l’inizio
Il nostro amico Cesare ci avvisa che sarebbe venuto a trovarci a casa nostra, a Trieste. Come sempre finiamo per parlare di fotografia. Ad un certo punto estrae dalla borsa l’oggetto che sarebbe diventato il mio sogno/incubo per le successive settimane: la Fujifilm XT2. In quel periodo la stava provando per decidere se cambiare corredo.
Sono sempre stato incuriosito dal mondo mirrorless ma non avevo mai avuto modo di provarne le potenzialità.
Un test di un’ora scarsa nel parco vicino casa ed inizio, con gentilezza, a maledire Cesare. Lui ride ma sotto sotto sa che è fregato pure lui.
Si stava formando nella mia testa l’idea che l’acquisto di dicembre forse non era il più corretto. E con l’entità della spesa che avevamo appena affrontato non era di certo una cosa che mi piaceva pensare.
Ritornati a casa controllo i file con Lightroom. Maledizione.
Non mi aspettavo sinceramente quella facilità d’uso e quella qualità d’immagine da un oggetto che costa meno della metà delle nostre macchine principali e, soprattutto, pesa ed ingombra pochissimo.
Ricordo benissimo la faccia di Ilaria mentre mi osservava entusiasta revisionare i file e maneggiare la macchina passandola al microscopio. Rassegnatezza e sconforto sono le parole che forse meglio rappresentano quello che esprimeva il suo viso. Sapevamo entrambi che ne avrei presa una. In quel periodo stavamo semplificando il corredo, vendendo lenti che per lunghezza focale e dimensioni eccessive trovavano sempre meno spazio con il nostro approccio fotografico. Mi ero ripromesso di vendere prima tutti gli obiettivi inutilizzati prima di acquistare qualsiasi cosa.
Non sono una persona propensa all’acquisto compulsivo, soprattutto se si tratta di oggetti che utilizziamo in ambiti lavorativi quindi prima di comprare sono capace di leggere TUTTE le recensioni riguardanti una particolare macchina o obiettivo, preferendo le prove sul campo ai test in laboratorio su mire ottiche. Cerco sempre di farmi una mia idea personale per capire se quello che ho “puntato” fa al caso nostro e potrebbe apportare reali benefici al nostro modo di scattare.
Quella piccola macchina aveva tutto quello che reputo fondamentale in un corpo professionale (corpo robusto e tropicalizzato, doppia scheda per avere un backup dei file in camera, ottima qualità d’immagine) e moltissime recensioni di fotografi ne parlavano -molto- bene.
DOVEVO assolutamente testarla a fondo per capire se fosse stato possibile utilizzarla nella stagione dei matrimoni che stava per cominciare di lì a breve. Il tempo era poco ma il desiderio di sperimentare ed avere una risposta era grandissimo.
In due settimane riuscii a vendere tutto e ad acquistare la mia seconda Fuji, con un obiettivo.
La mia prima era una Fuji x100, una macchina ad ottica fissa che non ho trovato adatta per un utilizzo professionale (la lentezza e mancanza della doppia scheda erano difetti importanti) ma che stupiva per qualità d’immagine e semplicità di utilizzo. L’ho usata molto durante viaggi e progetti personali ma mai per lavoro.
Aperta la confezione della XT2 ho fatto qualche scatto di prova, ho messo in carica la batteria e nel frattempo ho letto avidamente tutto il manuale. In fin dei conti era una macchina nuova con cui avevo zero dimestichezza ed avevo bisogno di conoscerla a fondo e velocemente.
Dopo più di 5 anni di utilizzo intenso di attrezzatura reflex pensavo che adattarsi ad una mirrorless avrebbe chiesto tempo e fatica; mi sbagliavo.
In quelle settimane che ci separavano dal primo matrimonio ho stressato la macchina in ogni modo, cercando di trovare pregi e difetti che avrebbero in qualche modo influito sulle mie abitudini.
LE MIE OPINIONI:
Sto scrivendo una recensione approfondita della XT2 dove troverete un resoconto più tecnico e dettagliato, riassumo invece qui i principali pregi e difetti che ho riscontrato nell’utilizzo:
PREGI:
PESO E DIMENSIONI
Uno degli aspetti che più mi aveva attratto fin dall’inizio del mondo mirrorless. Un intero corredo pesa poco più della metà di uno reflex con il vantaggio di usare una macchina che non urla “fotografo professionista”. Addio dolori al collo ed alla schiena.
MIRINO ELETTRONICO (EVF)
Abituarsi ad un mirino elettronico ha richiesto forse un paio di minuti. Se non avete intenzione di acquistare una mirrorless NON provatene una con un buon EVF perchè vi sarà difficile tornare indietro (ne parlo da vittima). Visualizzare in tempo reale l’esposizione è fondamentale in situazioni di luce difficile ed è una cosa che davvero cambia la vita di un fotografo, in positivo.
Qualcuno obietterà: “ok ma la magia di un mirino ottico…” oppure “troppo facile così…”
Sono fermamente convinto che come fotografi di matrimonio siamo chiamati a fotografare situazioni uniche ed irripetibili, desidero un mezzo che mi faccia arrivare al risultato creativo che ho in mente nel minor tempo e con il minimo sforzo permettendomi di concentrare le energie su nuovi scatti e situazioni.
Lascio volentieri la “magia” ad altri.
SCHERMO ORIENTABILE
All’inizio l’ho sottovalutato, poi mi sono accorto di quante volte è stato fondamentale nel corso di una stagione. Utile per fotografare con angoli di ripresa inusuali ma soprattutto per scattare senza dover portare la macchina all’occhio, e quindi far percepire che si sta scattando.
OTTURATORE ELETTRONICO
Per me, la svolta più grande. All’incirca l’80% degli scatti del 2017 li ho effettuati con l’otturatore elettronico. Nel silenzio più totale, intendo proprio ZERO rumore. In questa modalità i tempi di scatto possono spingersi fino ad 1/32000 di secondo.
Ci sono alcune situazioni in cui è d’obbligo utilizzare l’otturatore meccanico e lo spiegherò con cura nella recensione della XT2 in arrivo a breve.
DOPPIA SD
L’utilizzo di due schede di memoria sd ci semplifica la vita rispetto ai corpi Canon dove si utilizzano contemporaneamente schede sd e compact flash.
COMANDI
La xt2 riprende il look delle vecchie macchine a pellicola e con questo 3 ghiere separate per impostare ISO, velocità otturatore e compensazione esposizione. Il diaframma lo si imposta con una ghiera direttamente sull’obiettivo. Anche a macchina spenta posso avere la certezza di sapere come sarà impostata all’accensione.
PERSONALIZZAZIONE
Il menu della XT2 permette di stravolgere il funzionamento di praticamente qualsiasi tasto. Favoloso!
PARCO OBIETTIVI
Non esteso come quelli di Canon o Nikon ma di estrema qualità ottica e costruttiva.
DURATA BATTERIA
Un punto debole delle mirrorless è la durata della carica delle batterie, devo dire che pur avendone comprate di scorta a sufficienza raramente ne utilizzo più di 3 per una giornata lavorativa di 10/12 ore (solitamente cambio batterie al 20% di carica rimanente). Considerando che sulla 5d mark 4 ne cambiamo almeno due a giornata lo reputo un risultato estremamente positivo.
AUTOFOCUS e FOCUS PEAKING
Avere la certezza assoluta di sapere che lo scatto che si sta per eseguire è a fuoco per me non ha prezzo. I sensori dell’af sono direttamente sul sensore quindi non c’è possibilità che ci sia una taratura errata tra sensore af e sensore immagine. Il peaking della XT2 è personalizzabile con diversi colori e rende la verifica della messa a fuoco immediata e sicura.
BUFFER E RAFFICA
Non utilizziamo praticamente mai la raffica veloce da 14 fps ma quella da 4 o 5 fps ed il buffer si svuota in maniera estremamente veloce.
RAW COMPRESSO senza perdita
Attivando quest’opzione il file raw (RAF in questo caso) si dimezza di peso. Non ho notato differenze di qualità nel mio utilizzo quindi lascio questa opzione perennemente attivata. Ho notato invece un leggero rallentamento di Lightroom nel gestire i file compressi ma sembra migliorato con gli ultimi aggiornamenti.
FILOSOFIA KAIZEN
La filosofia Fuji, detta Kaizen (continuo miglioramento) punta ad aggiornare i firmware di corpi ed obiettivi nel tempo, con modifiche importanti che migliorano l’esperienza di utilizzo. Ho installato diversi aggiornamenti nel corso dei mesi e tutti hanno influito positivamente ed in maniera efficace sulla mio modo di scattare. Per fare un esempio la velocità dell’autofocus continuo è raddoppiata rispetto al momento dell’acquisto.
FORMATO RIDOTTO
Un sensore più piccolo si traduce in corpi ed obiettivi di ridotte dimensioni. A tutto vantaggio di portabilità e discrezione.
SENSORE xtrans
24 megapixel in un sensore aps-c ed avere una qualità d’immagine che si avvicina maggiormente alla 5d4 che alla 5d3, con una gamma dinamica molto estesa ed una grande lavorabilità dei files, ha del miracoloso. Il fatto che il sensore sia ISO invariant significa poi poter alzare gli ISO in post con una differenza quasi nulla a confronto di averlo fatto in fase di scatto.
DIFETTI
SENSORE xtrans
Lightroom sta migliorando nella gestione di questi particolari e unici tipi di sensore ma ho faticato non poco a trovare un modo per donare ai files la giusta nitidezza con lo sharpening senza creare artefatti. Altri programmi gestiscono meglio i file RAF ma il nostro workflow non può escludere Lightroom al momento quindi mi sono attrezzato di estrema pazienza fino a trovare i settaggi migliori. Se si scatta in JPEG non si ha invece nessun problema.
MINORE REATTIVITÀ
La considero un difetto di quasi tutte le mirrorless, dovuta al fatto che tra una sessione di scatti e l’altra la macchina va spenta per risparmiare batteria. Ci sono dei modi per ridurre al minimo il tempo d’accensione ma va comunque segnalato. In una stagione intera conto sulle dita di una mano gli scatti che ho perso a causa di questa caratteristica.
SENSIBILITÀ ALTI ISO e TRIDIMENSIONALITÀ
La XT2 non può piegare le leggi della fisica: un sensore più piccolo significa avere una minor sensibilità alla luce rispetto ad uno più grande. Dimensiono in circa uno stop la perdita di qualità rispetto alla 5d4. L’utilizzo di obiettivi luminosi riduce di molto questo gap. L’effetto 3d rispetto al full frame è più contenuto ma lo reputo una spinta stimolante a cercare la tridimensionalità “perduta” attraverso la composizione, la minore distanza dal soggetto e la gestione della luce.
SUL CAMPO
Durante il primo matrimonio ho utilizzato la XT2 come secondo corpo. Dopo averla provata in azione ho scattato tutti i successivi utilizzandola come macchina principale. Ho aggiunto nel corso dei mesi diversi fissi luminosi e a metà stagione abbiamo preso una seconda XT2 per Ilaria.
Abbiamo avuto diversi feedback positivi da quando le utilizziamo da colleghi e clienti. Non avevamo pubblicizzato il passaggio graduale ad un altro marchio e ciò ha reso queste opinioni ulteriormente di valore, poichè dimostravano che queste piccole macchine avevano influito positivamente sul nostro modo di scattare e sulle immagini che riuscivamo a realizzare e ne eravamo felici. Le fuji XT2 sono delle mirrorless poco appariscenti che ci fanno quasi “sparire” durante la giornata, e ci permettono di raccontare la storia di un evento così importante in punta di piedi, come piace a noi.
Vi auguro una buona giornata,
Andrea
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